La chiesa ex coventuale "Santa Maria di Costantinopoli"

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chiesa-ex-conventuale"La chiesa dedicata alla Vergine SS. sotto il titolo di Madonna di Costantinopoli venne  edificata nel '600 insieme all'annesso convento, su iniziativa del barone Tarquinio Maramonte.

A conferma di ciò si può notare al suo interno il sarcofago di Raffaele Maramonte, fratello dello stesso Tarquinio, deceduto nel 1564 all'età di 46 anni. (..)
A commissionare l'opera sepolcrale fu la moglie di Raffaele, Ippolita Granai Castriota. (..)

sarcofago-di-raffaele-maramonte-del-1596L'intervento di restauro della chiesa, avvenne ad opera del marchese Ignazio Guarini, che volle così ricordare la consorte Teresa Lubelli pochi anni dopo la sua morte, avvenuta il 2 aprile 1928, e vide il Vescovo di Otranto frà Cornelio Sebastiano Cuccarollo l'ispiratore, il consigliere ed il suggeritore di quelle volontà testamentarie che l'illuste benefattore Guarini consacrerà nel successivo testamento datato 3 marzo 1935, pubblicato il 29 maggio 1937, che consentirono l'istituzione a Botrugno, dopo la sua morte, di un "Asilo di mendicità" per gli anziani poveri e di un "Asilo infantile" per i fanciulli poveri.

La chiesa all'interno si presenta a navata unica ed ospita alcuni altari barocchi. Sia a sinistra che a destra, infatti, alcuni transetti delimitano gli altari o edicole. Nel lato destro, sono presenti in basso i nicchioni ricavati tra i pilastri mentre, nella parte alta, erano presenti alcune aperture, oggi murate, che, corrispondenti ai locali del piano superiore dell'ex Covento, consentivano ai monaci di poter seguire le funzioni religiose affaciandosi. Tali aperture furono chiuse dopo la soppressione e vendita del Convento, anche se ancora agli inizi del '900 tali aperture erano presenti. (..)

Nell'altare maggiore è presente al centro un'importante affresco raffigurante la Madonna di Costantinopoli con Gesù Bambino che benedice alla greca e, ai lati, alcune iscrizioni esegetiche in greco con sigle MHP-OV. L'iconografia della Madonna Odigitria, ossia di "Colei che si fa nostra guida" o "Colei che indica la via", osservandola attentamente ha derivazione certamente bizantina: in tale raffigurazione il Bambino assume una posizione per tre quarti verso la Madre e tiene nella mano sinistra il rotolo della legge. L'affresco dipinto su di un blocco monolitico, di certo precedente all'edificio, è databile intorno alla fine del XIV secolo, secondo alcuni studiosi sarebbe stato trasportato da un'altra chiesa distrutta. (..)"

Alla base dell'altare dedicato a San Francesco, sulla parete sinistra, vi è il sarcofago contenente la scultura lingea di Cristo Morto, attualmente in fase di restauro.

La chiesa all'esterno è protetta da un basamento semicircolare con pilastri sormontati da vasi in pietra leccese di fine Ottocento e da una ringhiera metallica.

La facciata, coronata da un timpano spezzato con croce cuspidale di ferro, presenta due sculture raffiguranti Sant'Antonio di Padova e Santa Chiara. La suddivisione interna tra la navata e gli altari è richiamata all'esterno dalle due paraste liscie. Il portale di chiara fattura barocca sostiene, sul cornicione della trabeazione, una figura angelica, in parte rovinata, che inserita in un timpano anch'esso spezzato ed arricciato regge uno scudo con impresso lo stemma aralidico proprio dell'ordine francescano: lo scudo quadripartito." (1)

(1) Tratto da "Storia religiosa a Botrugno"


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